Non siamo d'accordo sul giudizio che la Cgil dà del disegno di legge sulla cosiddetta riforma del lavoro. L'introduzione della clausola "Per manifesta infondatezza", che dovrebbe frenare i licenziamenti effettuati per motivi economici, cioé quelli di natura organizzativa, tecnica o produttiva, è uno specchietto per le allodole. I giudici, sempreché il lavoratore ricorra contro il licenziamento, non hanno alcun parametro oggettivo per poter verificare se la causale del licenziamento sia o no effettivamente relativa a motivi economici in quanto qualunque decisione presa dal datore di lavoro rientra nella sfera organizzativa, tecnica o produttiva dell'azienda. Non esistono quindi possibilità di reintegri per i lavoratori che vengono licenziati e nemmeno il riconoscimento dell'indennizzo di 12-24 mensilità. Si aprono quindi le porte per i licenziamenti di massa come ha detto bene il segretario generale della Fiom Landini perché i datori di lavoro non sono così inetti da rischiare l'annullamento dei licenziamenti quando possono giustificarli così facilmente. Nel disegno di legge si consolidano le forme di lavoro a termine; si toglie addirittura la causale per l'assunzione a tempo determinato o tramite agenzia interinale se questa dura meno di sei mesi e si incentiva l'utilizzo dell'apprendistato, che i datori di lavoro potranno utilizzare per pagare meno i lavoratori e per pagare meno contributi. Nulla di serio si fa contro le dimissioni in bianco, che colpiscono principalmente le donne mentre per gli ammortizzatori sociali non è indicata nemmeno la copertura finanziaria. Infine viene già annunciato che per i dipendenti pubblici ci sarà la possibilità di essere messi in mobilità o trasferiti in altra sede se l'amministrazione pubblica deciderà di farne a meno. Ancora una volta Camusso intende proteggere il Pd ignorandone la natura consolidata di sostenitore delle politiche di Monti. Ancora una volta Camusso cerca di prendere tempo mentre i padroni ristrutturano la loro ricchezza e gli sfruttati pagano. Il direttivo nazionale della Cgil deve confermare tutte le iniziative di mobilitazione già programmate; deve sostenere un vero programma di lotta all'altezza della situazione e che dia prospettive, senza alcun cedimento alle pressioni del Pd, che ha già ampiamente dimostrato di preferire agli sfruttati gli interessi del capitalismo.
Partito della Rifondazione comunista - Federazione del Trentino
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