aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

08/01/12

Comunicato su questione viabilità a Nord di Rovereto

(clicca sull'immagine per ingrandire)


Da anni ormai si discute di come evitare le code che ogni giorno si formano sia in entrata che in uscita a Rovereto nord, precisamente nella zona di S. Ilario. Come sempre in questi casi si assiste ad un vero e proprio "assalto alla soluzione": bretella, bretellina, variante lunga, variante corta e l'immancabile galleria, quest’ultima particolarmente gradita alla P.A.T.. Comunque ed in ogni caso cemento e asfalto in quantità industriale e sfregio al territorio. Questa è la logica, questo è il chiaro esempio di "pensiero unico" dominante in Trentino: a forme di mobilità alternative a basso impatto ambientale e meno costose si preferisce la lunga lingua di asfalto o la costruzione di tunnel per accontentare gli appetiti di imprese edili ed artigianali.

Dall’uscita dell’abitato di Volano fino ad arrivare a Rovereto nord sulla SS12 ci sono principalmente tre punti critici: il semaforo semiintelligente per l'accesso a via Stroperi, l'accesso alle scuole ITI e il semaforo a chiamata all'altezza del supermercato Eurospar. Suggeriamo alcune soluzioni a basso impatto ambientale e a basso costo per le casse pubbliche:

Via Stroperi: soppressione del semaforo perché c'è lo spazio per una mini-rotonda o in alternativa un allargamento della carreggiata in modo da creare le corsie necessarie per l'entrata e l'uscita dalla via stessa.

Secondo semaforo all’altezza del supermercato Eurospar: soppressione del semaforo e costruzione di un sottopasso ciclopedonale che unisca le due "sponde" di S. Ilario.

Inoltre bisogna considerare il futuro spostamento delle Iti nel polo scolastico presso la Tecnofin che avverrà al massimo fra due anni con conseguente diminuzione del traffico.

I soldi risparmiati possono essere utilizzati per aumentare i mezzi pubblici, treno e autobus, e per abbatterne il costo dei biglietti e degli abbonamenti.

La soluzione è fattibile ma sopratutto è il più possibile compatibile con la natura circostante e meno costosa. Invitiamo l’amministrazione comunale roveretana e la comunità di valle lagarina a valutare nuovamente gli effetti della cementificazione del territorio. Ad una politica che guarda agli interessi degli imprenditori contrapponiamo una politica che guardi veramente agli interessi della collettività.

Partito della Rifondazione comunista del Trentino – Circolo della Vallagarina

06/01/12

Commento alle dichiarazioni del prof. Cerea sulla questione lavoro

Relativamente all’intervista rilasciata dal professor Cerea pubblicata sul quotidiano mercoledì, il Partito della Rifondazione comunista intende esprimere il proprio parere.

E’ sconcertante che il consigliere economico di Dellai arrivi ad affermare che la precarietà sia una risposta che i datori di lavoro danno in maniera naturale alle eccessive tutele normative ed economiche garantite dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Secondo Cerea i lavoratori protetti dal contratto collettivo non possono essere facilmente licenziati causando quindi danni al tessuto economico italiano che non può assumere nuova forza lavoro. E’ la solita ricetta del tentativo di dipingere lavoratori garantiti e non garantiti fingendo di non sapere che levare i diritti ai primi non ne porta altri ai secondi ma ne livella le condizioni di precarietà. Sarebbero forse garantiti i lavoratori che non sono difesi dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori? E quelli di Fincantieri? O le lavoratrici della Omsa? O quelli di Fiat e dell’indotto? La crisi non guarda in faccia nessuno, nemmeno chi è contrattualizzato e assunto a tempo indeterminato. E’ stata la fame del capitalismo ad ottenere un mercato del lavoro dove esistono più di quaranta tipi di precarietà che danneggiano in particolare i giovani. E’ stata la fame del capitalismo ad ottenere deroghe ai contratti collettivi nazionali, funzionali alle esigenze delle imprese peggiorando le condizioni dei lavoratori. O Cerea pensa che le deroghe ai contratti collettivi nazionali servano per far riposare i lavoratori?

Le dichiarazioni di Cerea sono funzionali al progetto di Dellai e Confindustria trentina di introdurre il contratto unico proposto da Ichino dove il lavoratore può essere licenziato in qualunque momento.

Per quanto riguarda la presunta mancanza di produttività dei lavoratori italiani, sono i dati a parlare chiaro. I lavoratori italiani lavorano generalmente più ore di tedeschi e francesi ma gli investimenti del capitalismo italiano nelle attività aziendali sono di gran lunga inferiori rispetto ai loro colleghi risultando quindi una resa di prodotti qualiquantitativamente peggiore. Per recuperare produttività le aziende italiane introducono modelli standardizzati di produzione che intensificano l’attività dei lavoratori e ne riducono i tempi di riposo necessari per recuperare le energie psicofisiche. Non esistono quindi, come invece sostiene Cerea, moltitudini di lavoratori geneticamente “casinari” che con il loro comportamento hanno causato la crisi attuale. Esistono lavoratori che lottano per i loro diritti e contro un modello economico fatto di sfruttamento e prevaricazione.

Nell’intervista Cerea suggerisce inoltre che il costo dei servizi pubblici debba ricadere ancora in maniera maggiore sul privato cittadino. La proposta di pagare la parte alberghiera per il ricovero ospedaliero è semplicemente vergognosa: non basta che il degente abbia problemi di salute ma deve pure pagarsi il vitto e l’alloggio! I servizi pubblici devono essere garantiti universalmente dal settore pubblico e non devono essere erogati a seconda delle condizioni economiche del cittadino. E’ la fiscalità generale che deve finanziare i servizi pubblici attraverso una tassazione che colpisca in maniera decisa i più ricchi.

Infine Cerea difende a spada tratta le comunità di valle accusando i comuni trentini di guardare ciascuno solo al proprio territorio senza pensare ad una razionalizzazione delle risorse pubbliche. Qualunque ipotesi di unione fra comuni e gestione dei servizi tramite i consorzi secondo Cerea è inutile a causa dell’egoismo dei sindaci. Eppure le unioni e i consorzi sorgono con le stesse finalità ufficiali delle comunità di valle, cioè razionalizzazione delle risorse pubbliche. Le comunità di valle sono state costituite per accentrare nelle mani dei rappresentanti dei comuni più grandi le decisioni politiche che potevano trovare il disaccordo delle realtà minori causando quindi un deficit di controllo politico agli enti territoriali più vicini al controllo della cittadinanza. I servizi che sono stati trasferiti alle comunità, provenendo dai vari comuni hanno assunto un valore appetibile anche da parte delle imprese private che ne chiedono l’esternalizzazione attraverso gli appalti. Ma chi ha potere decisionale di appaltare i servizi se non i comuni più grossi anche a discapito della qualità del servizio reso e del costo del servizio bypassando i comuni più piccoli? Riteniamo che la razionalizzazione delle risorse pubbliche sia funzionale al controllo pubblico dei servizi resi dagli enti pubblici. E’ quindi necessario rifiutare la logica dell’esternalizzazione dei servizi.


Partito della Rifondazione comunista del Trentino

03/01/12

Commento al discorso di fine anno del Presidente Napolitano

L'analisi sulla situazione italiana espressa nel discorso di fine anno da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci vede in totale disaccordo. Ancora una volta, il Presidente si fa portavoce consapevole delle raccomandazioni che la Banca Centrale Europea ha imposto ai governanti italiani per gestire l'attuale crisi. Il discorso non lascia spazio ad interpretazioni ed anche i più affezionati all'idea che egli rappresenti gli interessi di tutti i cittadini dovranno ricredersi: tutto il contenuto del messaggio è organico alla difesa del modello ultra liberista voluto dai potentati internazionali e dalle banche, cioè del modello economico che ha causato la crisi e per guarire da questa si prescrive una cura dolorosissima pagata interamente dai ceti sociali deboli (come sempre) e dai vecchi ceti medi che hanno avuto un inarrestabile processo di proletarizzazione, mentre si mandano solo parole di richiamo ad un comportamento più responsabile al padronato e ai partiti conservatori e riformisti, cioè a chi ha tirato le fila del capitalismo. Ai lavoratori, ai giovani e ai pensionati il Presidente lancia un improbabile invito all'ottimismo perché per uscire dalla crisi è importante agire con spirito innovativo ma anche di sacrificio. Ma chi ha subito finora i sacrifici se non i lavoratori, i giovani e i pensionati? Certamente non è stato usato il bastone con Confindustria.
Nonostante ci stiamo avvicinando sempre più alla Grecia possiamo beneficiare, secondo Napolitano, di un'economia solida che, sembra per caso, ha trovato sfortunatamente sulla sua strada la crisi capitalistica mentre ne è stata una componente di peso. E' quindi ineludibile, o meglio dovuto, sacrificarsi: per salvare l'Italia - per salvare gli interessi del capitalismo italiano ed internazionale diciamo noi - c'è bisogno di portare avanti la ristrutturazione del debito pubblico e la diminuzione della spesa pubblica corrente attraverso la liberalizzazione dei servizi pubblici. Napolitano dimentica di ricordare agli italiani che l'85% del debito pubblico è in mano a padronato, banche, assicurazioni e fondi di investimento che speculano e che continuano a speculare e che la spesa corrente serve per garantire l'erogazione di servizi indispensabili come tutela del territorio, dell'ambiente, sanità, istruzione, ammortizzatori sociali e pensioni. Il Presidente usa il bastone contro la forza lavoro anche in materia pensionistica: le pensioni degli italiani erano talmente alte da prosciugare le casse pubbliche che non potevano quindi garantire ammortizzatori sociali adeguati alle successive generazioni e quindi era doveroso correre ai ripari ed introdurre il sistema contributivo per tutti a partire dal 2012. Questa è una clamorosa bugia: l’INPS sono diversi anni che è in attivo (+27 miliardi di euro nel 2010) e l’unica nota negativa dipende dal pagamento delle pensioni d’oro che noi vorremmo con un tetto massimo di 5 mila euro.
Che pensiero gentile Presidente! Napolitano invita i lavoratori ad essere più produttivi perché è il mondo che è cambiato ed ora ci troviamo a competere con la Cina e per questo c'è bisogno che le organizzazioni sindacali si comportino responsabilmente nell'interesse del paese ovvero dei capitalisti che hanno interessi in Italia. Napolitano ringrazia poi i militari italiani che sono all'estero nelle cosiddette missioni di pace.
In sintesi quindi il discorso di Napolitano è l'agenda di impegni che i deboli dovranno subire in futuro. A questo scenario noi ci opponiamo: i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, i precari,i giovani devono riorganizzarsi per difendersi dall'attacco di questo modello sociale e politico. Opponiamoci ai vari patti di stabilità e ai diktat e portiamo le risorse che vengono utilizzate per le spese inutili come la Tav e le spese di guerra per finanziare la spesa pubblica, rilanciare lo stato come produttore di beni e rilanciare i servizi di cui abbisogniamo. Il capitalismo per riprendersi ha due strade: l'assoggettamento completo dei ceti deboli o la guerra per determinare nuovi equilibri di potere. Per svincolarci da questo modello dobbiamo ottenere una diversa redistribuzione della ricchezza per combattere la recessione che ci sta mettendo in ginocchio e rilanciare la produzione pubblica, utile se sotto il controllo dei lavoratori.


Partito della Rifondazione Comunista Federazione del Trentino