aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

28/12/11

QUESTIONE LAVORO - Lettera inviata ai quotidiani locali

Lettera invata ai giornali in risposta ad una lettera di Lorenzo Passerini, consigliere Pd della comunità di valle della Vallagarina.

E' singolare notare come nelle attuali condizioni di crisi economica causata dal capitalismo alcuni rappresentanti politici si ostinino a sostenere la necessaria riforma del mondo del lavoro. Qualcuno sostiene che i giovani non trovano lavoro perché chi ha ancora la fortuna di lavorare è un privilegiato, uno che non può lamentarsi. Se poi chi lavora è assunto a tempo indeterminato apriti cielo.
L'art. 18, l'unico barlume di speranza che impedisce al padronato di licenziare in maniera illegittima i lavoratori, resiste agli attacchi di liberali e riformisti, uniti nell'unico intento di "ammodernare" il diritto al lavoro degli altri. Ma ancora per poco: il governo Monti e il precedente governo Berlusconi ne hanno minato la base. Dopo la distruzione dell'art. 18 saremo tutti liberi di essere licenziati a discrezione del datore di lavoro. Ecco la parificazione di condizioni tra chi prima lavorava e chi un lavoro lo cercava: tutti licenziabili in qualunque momento. La forza della classe lavoratrice ne risulta quindi indebolita e tutto questo va a vantaggio del padronato. La proposta di contratto unico di Ichino fatta propria anche da Dellai e Confindustria trentina, dove nessuno può dirsi certo del posto fisso, è il futuro che molti politici ed economisti auspicano. Ci saranno nuove opportunità di lavoro per i giovani e i disoccupati? Crescerà sicuramente la competitività fra lavoratori e aspiranti lavoratori e i procacciatori di manodopera avranno a loro disposizione massa grigia e muscolare da poter scegliere alle migliori condizioni. Di chi? Del datore di lavoro, che sicuramente non ragionerà da buon padre di famiglia ma cercherà di cogliere il meglio al prezzo minore ovvero a discapito della forza lavoro. Creare divisioni fra i lavoratori è da sempre uno strumento che la classe padronale utilizza per poter controllare la forza della classe lavoratrice. Solo la classe lavoratrice forte e unita può determinare il proprio destino.
In un momento di crisi economica dove in più la classe padronale si sta muovendo per privatizzare lo stato sociale sottraendo quindi terreno all'universalità delle tutele di cui i cittadini hanno diritto, parlare di flexicurity, ovvero lavorare senza avere il posto fisso ma con la possibilità di trovare facilmente un altro impiego e di beneficiare di forti ammortizzatori sociali durante il periodo di disoccupazione, significa gettare fumo negli occhi del lettore e non avere il coraggio di affrontare la grande questione che sia i partiti conservatori sia quelli riformisti evitano: il conflitto tra gli interessi del padronato e quelli della forza lavoro, che nel capitalismo non troverà mai un punto di equilibrio. Nel capitalismo tutto ha un prezzo e quando tutto ha un prezzo anche la forza lavoro diventa merce in balia della crisi. Sta alla classe lavoratrice decidere di svincolarsi dal capitalismo.
I bisogni della collettività devono essere socializzati e garantiti dal settore pubblico; le norme che permettono il lavoro precario vanno eliminate perché tutti hanno diritto ad un lavoro a tempo indeterminato; le banche e le grandi industrie vanno pubblicizzate affinché i cittadini possano controllare il ciclo del credito e del debito e la produzione e distribuzione della merce e dei servizi. I grandi investitori hanno alimentato il debito pubblico e le banche hanno contratto debiti che dicono di non poter saldare: questi debiti se li paghino il padronato e le banche e lo stato non deve essere garante di questi debiti.

Mirko Sighel
Segretario del Circolo del Partito della Rifondazione comunista della Vallagarina

08/12/11

I PERICOLI DELLA PRIVATIZZAZIONE DEL WELFARE

SINTESI DELL'ASSEMBLEA PUBBLICA SUL CASO LUXOTTICA

Martedì 6 dicembre presso l'auditorium del Brione si è tenuta l'assemblea pubblica promossa dal Partito della Rifondazione comunista e da Alternativa per i Beni comuni in merito al welfare aziendale sperimentato alla Luxottica di Rovereto e recepito in altri importanti settori come quello della cooperazione.

Obiettivo della serata era quello di spiegare la pericolosità di un nuovo modello di stato sociale privatizzato che sta sostituendosi al modello di stato sociale pubblico che i lavoratori sono riusciti a conquistarsi a fatica in passato.

Il pensiero che il capitalismo vuole affermare è la centralità dell'impresa nella vita lavorativa e sociale del lavoratore legandone il destino all'andamento dell'azienda e del mercato.

Dopo aver discusso brevemente le novità introdotte dal decreto legge chiamato "Salva Italia" approvato domenica scorsa dal governo tecnico Monti e aver ricordato che anche in Trentino la crisi economica ha cominciato a far sentire i suoi effetti, si è passati ad affrontare l'argomento della serata.

Il primo tema trattato è stato quello riguardante i fondi sanitari e previdenziali integrativi privati che hanno il solo scopo di privatizzare importanti diritti universali che oggi sono garantiti dal settore pubblico.

La crisi economica attuale viene utilizzata come giustificazione per introdurre progressivamente la privatizzazione del welfare e l'assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi si è già reso disponibile a discutere con le parti sociali la possibilità di delegarne la gestione sottraendola quindi al settore pubblico.

Le prestazioni sanitarie così come parte della pensione futura sono erogate da istituti privati legati a fondi di investimento che investono i contributi dei lavoratori in borsa con il rischio, in caso di fallimento, di bruciare i soldi e le tutele dei lavoratori. In secondo luogo è emerso che lo strumento della privatizzazione del welfare lega il lavoratore alle condizioni di salute dell'azienda: infatti in caso di licenziamento, oltre al lavoro perde diritti sociali fondamentali come il diritto alla salute o alla pensione.

Questa situazione aumenta la subordinazione del lavoratore ai voleri dell'azienda: quale lavoratore alzerebbe la testa quando sa che qualunque sua rivendicazione può mettere a repentaglio i diritti, attuali e futuri, suoi e dei suoi famigliari?

La stessa elargizione della azioni va nella direzione di far passare l'idea che i lavoratori sono partecipi della proprietà dell'azienda e quindi non puoi contestare quello che è anche tuo generando un pericoloso conflitto di interessi in caso di crisi o di esubero di personale.

Molto si è discusso sulle conseguenze dovute all'erogazione del salario sotto forma di buoni spesa. Nel mentre l'azienda risparmia i contributi previdenziali i lavoratori avranno la sorpresa di vedersi erogare una pensione inferiore rispetto al dovuto. Inoltre questo modello di pagamento del salario rafforza il concetto di un paternalismo caritatevole e umiliante che riporta alla mente tempi che non vogliamo si ripetano.

Nelle conclusioni è stato ribadito che queste azioni, queste concessioni unilaterali delle aziende altro non sono che regali tossici e velenosi per i diritti dei lavoratori.

Noi restiamo convinti che il capitalismo e il suo modello di sviluppo hanno fallito. Le conseguenze della crisi capitalistica vengono scaricate sulle spalle dei lavoratori e per questo si rende sempre più necessario un partito politico che ne sappia rappresentare le istanze e i bisogni.

Per il prossimo anno le previsioni di crescita del Pil sono negative: siamo quindi in piena recessione. Solo la classe lavoratrice organizzata può rispondere agli attacchi del capitale. E' necessario quindi costruire un Partito di classe che sia di riferimento per i lavoratori e attraverso il conflitto sappia contrastare il padronato, controllare e dirigere la produzione della ricchezza e sconfiggere la logica del profitto, insita nel modello capitalista.

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - CIRCOLO VALLAGARINA

ALTERNATIVA PER I BENI COMUNI

03/12/11

Eletto il nuovo segretario del circolo della Vallagarina

Venerdì 2 dicembre è stato eletto il nuovo segretario del circolo della Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista. Mirko Sighel è stato eletto all'unanimità dal direttivo del circolo. Il lavoro sarà il tema che vedrà principalmente coinvolto il Partito. Il Partito sarà impegnato a riallacciare i collegamenti con i lavoratori del territorio e a rappresentarne le istanze. Importante sarà poi l'impegno per la ripubblicizzazione dei servizi pubblici locali, nella difesa del territorio contro la Tav e contro la privatizzazione dell'acqua così come nella difesa della scuola pubblica e dell'assistenza e della previdenza pubblica.
Il Partito organizza assieme ad Alternativa per i beni comuni un'assemblea pubblica presso l'Auditorium del Brione martedì 6 dicembre alle ore 20.30 per discutere del modello di welfare aziendale che è stato introdotto presso la Luxottica. Importanti saranno i temi in discussione: la previdenza e la sanità integrativa aziendale garantiranno ai lavoratori tutele sicure indipendentemente dalla salute dell'azienda? Quali sono i rischi per i lavoratori se lo stato sociale viene privatizzato? Quali trappole nascondono l'erogazione delle azioni dell'azienda e dei buoni spesa ai lavoratori come salario accessorio? La crisi economica attuale e le controriforme che si stanno preparando a livello nazionale e provinciale contro lo stato sociale interessano tutta la cittadinanza e l'assemblea può essere un buon punto di partenza per dare conoscenza di ciò che accade e potrà accadere nel prossimo futuro ai lavoratori.

Mirko Sighel
Segretario del Circolo del Partito della Rifondazione comunista della Vallagarina

Alle lavoratrici ed ai lavoratori della Luxottica.

Il welfare aziendale conviene davvero ai lavoratori ???
Con queste poche righe, che sicuramente non risolveranno dubbi e perplessità Vi invitiamo ad una riflessione attenta su alcune scelte che in questi anni sono state introdotte dalla contrattazione aziendale, senza per questo, voler fare di ogni erba un fascio e come si dice buttare il bambino con l'acqua sporca.
Per questo ci permettiamo proporvi tre considerazioni rispetto alle tante che saranno affrontate nell'assemblea pubblica che intendiamo tenere a Rovereto
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Martedì 6 dicembre 2011 ad ore 20,30
presso l’Auditorium del Brione in via S. Pellico a Rovereto
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La prima riguarda la previdenza e la sanità integrativa:
E' solo una coincidenza che nel 2010 il governo abbia fatto una pesante riforma delle pensioni senza la protesta di Cgil, Cisl e Uil?
O che oggi si parli di pensioni a 67 anni come una scelta normale?
E' solo coincidenza il fatto che dopo aver introdotto la previdenza complementare i giovani andranno in pensione più tardi, con più anni di contributi ma con una pensione più bassa rispetto a chi va in pensione adesso?
E’ coincidenza che si siano accettati i ticket sanitari (50 € e 70€) senza nessuna protesta?
No, è il risultato di una cultura, anche sindacale, che punta alle soluzioni individuali e private anziché lottare per una pensione pubblica
Nello stesso modo la sanità integrativa è parte integrante di un sistema che lega il lavoratore a doppio filo con l'azienda. Infatti in questo modo se il lavoratore perde il lavoro perde tutto, non solo il salario ma anche la sanità, la pensione e tutte le forme di integrazione (scuola, sanità, ecc.) esponendolo ad ogni ricatto aziendale pur di garantirsi l'assistenza sanitaria per se e per la sua famiglia.
Per questo noi restiamo contrari ad un sistema sociale privato e lottiamo per un welfare pubblico, universale e gratuito per tutti, occupati, disoccupati, giovani e anziani, migranti e autoctoni.
La seconda considerazione riguarda la distribuzione delle azioni.
Queste scelte unilaterali della Luxottica dimostrano che se il salario non viene rivendicato dai sindacati sarà lo stesso datore di lavoro a destinarne una parte, con le sue logiche, ai lavoratori. Sembra assurdo ma le modalità di erogazione del salario non sono marginali ma sostanziali per quanto riguarda il reddito, il salario e i diritti del mondo del lavoro.
Infatti, le aziende spingono per separare sempre più il salario dalla prestazione lavorativa spostandolo verso forme di assistenza alla famiglia o alla persona e quindi definire un sistema nel quale la retribuzione complessiva non dipende dalla tua professionalità ma dalla tua condizione sociale.
Un meccanismo perverso che rende il lavoratore complice nella “guerra dei mercati globali” in piena sintonia con la filosofia di Marchionne.
La terza considerazione riguarda il “buono spesa”:
Noi riteniamo che la contrattazione dei cosiddetti “buoni spesa” rischia di portarci, contratto dopo contratto, alla contrattazione della tessera del pane di infausta memoria, minare il sistema pensionistico e coprire “culturalmente” le politiche di elusione fiscale delle aziende.
Infatti se su queste quote il lavoratore “non paga l’Irpef e i contributi sociali” dobbiamo sapere che con il sistema contributivo i contributi che maggiormente contribuiscono alla pensione sono quelli versati nei primi anni di lavoro.
Dal punto di vista generale questi accordi contribuiscono ad affossare l’attuale stato sociale in essere che, nonostante grosse deficienze, è comunque universale rispetto ad un sistema di welfare privato, costoso e accessibile solo a quanti hanno un reddito elevato.
Partito della Rifondazione Comunista del Trentino
Alternativa per i beni comuni