aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

16/09/12

TRENTINO TRASPORTI NON VA SMANTELLATA MA VA POTENZIATA E GESTITA DAI LAVORATORI NELL'INTERESSE DELLA COLLETTIVITA'

Il Partito della Rifondazione comunista sostiene i lavoratori che scendono in sciopero giovedì 13 settembre per protestare contro i tagli imposti dalla Giunta provinciale al servizio di autotrasporto pubblico.
La crisi viene fatta pagare ai lavoratori, ai giovani e ai pensionati con tagli ai salari, innalzamento dell'età pensionabile, licenziamenti più facili e liberalizzazioni (leggi privatizzazioni) dei servizi pubblici locali. Il Pil del paese segna una di-minuzione annuale che sfiora il 3%; la disoccupazione giovanile supera il 33%; la precarietà e la concatenata ricattabilità hanno ormai sostituito il posto fisso e la possibilità di lavorare con diritti. I dipendenti pubblici hanno il rinnovo del con-tratto bloccato dal 2011 e non riceveranno alcun aumento fino a tutto il 2017; il dissenso dei metalmeccanici della Fiom è espulso dalle fabbriche con l'approvazione di Pd, Pdl, Lega Nord e compagnia cantante.
Monti, l'uomo della grande finanza chiamato da Confindustria e Bce a sostituire Berlusconi, giustifica queste operazioni di macelleria sociale chiamando in causa le pressioni che arrivano dal Fmi, dalla Bce e dalla Ue (la cosiddetta trojka), che vogliono rassicurazioni sul pagamento del debito pubblico, pari a più di 1.900 miliardi di euro di cui l'85% è in mano alle banche, alle assicurazioni e ai fondi di investimento.
La verità è che la distruzione dello stato sociale e l'impoverimento dei redditi dei lavoratori serve per pagare i de-biti che le banche hanno contratto negli anni e per garantire agli stati di poter pagare i loro debiti con le banche. L'operazione ha anche come obiettivo quello di tagliare i diritti per impaurire le masse, per renderle inoffensive e incapaci di organizzarsi collettivamente per ottenere condizioni sociali migliori. La Grecia era il paese europeo più debole ed ora gli sciacalli e gli avvoltoi si precipitano a consumare la carne del popolo greco immolata per placare la fame del grande capitale. I prossimi paesi nella lista sono il Portogallo, la Spagna, l'Italia e l'Irlanda. I greci si stanno ribellan-do, lo possiamo fare anche noi!
Il debito è quindi la parola chiave di questa crisi: il sistema capitalista, che come sappiamo punta alla ricerca di guadagno, richiede una continua competizione sul mercato e per conquistare nuove aree di vendita le imprese abbisognano di inve-stimenti e gli investimenti comportano debiti. Le banche concedevano prestiti scommettendo loro stesse, attraverso i pro-pri investimenti in borsa, sulla solvibilità dei loro debitori. Quando la domanda di beni non ha più potuto assorbire l'of-ferta di beni prodotti, le imprese sono andate in crisi; dalla stagnazione si è passati rapidamente alla recessione. Le banche sono imprese finanziarie e come tutte le imprese devono guadagnare: se hanno contratto debiti, prima di tutto puntano a salvaguardarsi a discapito del tessuto produttivo e dello stato sociale, istruzione, sanità e servizi pubblici locali compresi.
Ma di chi sono espressione le imprese e le banche? Della borghesia, classe sociale composta da imprenditori e banchieri, che difendono la loro ricchezza attraverso la proprietà privata dei mezzi che servono a produrre la ricchezza (macchinari, tecnologie, immobili) a discapito delle masse di lavoratori e disoccupati, che in ultima analisi sono anch'essi mezzi di produzione per l'altrui ricchezza.
Il Trentino non fa eccezione: chi ritiene che possa bastare lo statuto dell'autonomia non vuole capire che il mercato e la crisi non si fermano magicamente ai confini provinciali; anzi il Trentino in questo momento rappresenta un tesoretto dove si può ancora attingere denaro come dimostrano le recenti misure del governo Monti. Dellai lo sa bene ma non è che l'espressione degli interessi del capitalismo locale così come lo sono tutti i partiti attualmente presenti nel consiglio pro-vinciale. E' evidente quindi che questo tipo di politica non è che il sottoprodotto di quelli che sono gli interessi economici della classe dominante. Per cambiare la situazione non è sufficiente, anzi è illusorio, ritenere che ci sia qualcuno o qual-che partito che possa rappresentare gli interessi delle masse rimanendo all'interno del sistema capitalista. Solo la mobili-tazione dei lavoratori, la gestione diretta dei servizi da parte di questi e un controllo collettivo da parte dei cittadini possono evitare la distruzione dei servizi pubblici.
Dellai, assieme ai suoi amici del Pd e di tutti gli altri partiti mandatari degli interessi capitalistici, ha pensato che per risanare le casse pubbliche si debba ridimensionare il trasporto pubblico tagliando le corse, lasciando a casa i precari, affidando i servizi di scuolabus alle ditte di autonoleggio. Lo stesso Dellai però difende la miliardaria costruzione di Metro-land, della Tav e quando è necessario dispone il blocco del traffico dei veicoli inquinanti. Dire che Dellai è contraddittorio è un eufemismo: da un lato smembra il settore dell'autotrasporto pubblico a favore di quello privato e poi si fa bello di-cendo che Metroland e la Tav si devono costruire per il trasporto pubblico.
A Dellai non interessa se il trasporto sia pubblico o privatizzato: le inutili e costose opere come la Tav e Metroland servono solo per far guadagnare le imprese e le banche e a svuotare le casse pubbliche!
Dellai inoltre, così come qualche funzionario sindacale ben disposto nei confronti della giunta, dimentica volutamente che il patto di stabilità va rispettato guardando ai saldi di bilancio e quindi la P.a.t. può decidere di tagliare dove vuole; quindi, se volesse, potrebbe non tagliare sui servizi pubblici ma su altre voci di bilancio.
Proseguiamo ricordando che la P.a.t. ha potestà normativa primaria in materia di trasporti pubblici locali e quindi può fare quello che vuole e quindi può anche non esternalizzare il servizio.
Ma il presidente dice che il servizio costa troppo. Vediamo se costa troppo, chi ci guadagna e chi ci perde.
Prendiamo ad esempio il servizio di scuolabus. La P.a.t. ha calcolato che l'importo chilometrico del servizio per Trentino Trasporti ha un costo di circa euro 3,50 mentre quello delle ditte di autonoleggio addirittura sarebbe inferiore di un terzo. Recenti dati calcolati dalle organizzazioni sindacali invece indicano che il costo chilometrico che la P.a.t. paga ai privati sia di circa euro 3,30. Non è un risparmio: è una colossale bufala perché c'è un costo maggiore per le casse pubbli-che e un profitto che va alle ditte private! Spieghiamo perché. Il salario degli autisti delle ditte di autonoleggio, il cui contratto collettivo di lavoro applicato non c'entra nulla con il tipo di attività che fanno (a meno che non si pensi che per esempio un infermiere possa lavorare con il contratto dei lavoratori delle poste), è pari a circa 1.100 euro mensili, inferio-re di almeno il 25% al salario degli autisti di Trentino Trasporti; il costo del personale amministrativo e tecnico che si oc-cupa della programmazione delle corse, il costo degli investimenti nel nuovo sistema di mobilità ed il costo delle bigliet-terie non sono sostenuti dalle ditte private ma dal settore pubblico; la manutenzione ai mezzi si è dimostrata qualitativa-mente inferiore a quella della società pubblica così come il tipo di mezzi utilizzati, inadeguati alla salita di carrozzelle e passeggini e quindi penalizzanti per l'utenza anziana e per i genitori con figli. Quando la corsa appaltata al privato sal-ta ecco precipitarsi però Trentino Trasporti a tappare i buchi, cioè il pubblico si sostituisce al privato per eseguire un servizio che i cittadini pagano ad un privato: c'è qualcosa che non quadra. Chi controlla la regolare esecuzione del servizio? Gli stessi che hanno già deciso o acconsentito di ridimensionare Trentino trasporti! Ricordiamo inol-tre i casi di diversi lavoratori di ditte private impiegati nell'attività senza alcun contratto regolare di assunzione: la P.a.t. lo sa e continua ad affidare i servizi alle ditte che fanno lavorare in nero! Ricordiamo ancora che gli autono-leggiatori, secondo la norma, devono svolgere servizi esclusivamente occasionali e non possono svolgere, come in-vece fanno, trasporto ordinario.
E' contraddittorio inoltre che a fronte della sbandierata privatizzazione del servizio le tariffe dei biglietti non cali-no: eppure il costo chilometrico sembra essere diminuito. E' il tipico esempio della logica delle liberalizzazioni: so-cializzare i costi, privatizzare i guadagni, alzare i prezzi.
Qualche osservatore disattento rimprovererà poi il fatto che gli autisti di Trentino Trasporti sono troppi e quindi si deve tagliare lo spreco: all'osservatore disattento bisogna ricordare che nel 2011 le ore di straordinario effettuate dagli autisti sono state più di centomila e molte volte sono saltati i turni di riposo per poter effettuare le corse. I lavoratori sono quindi troppo pochi, non troppi!
Qualche altro osservatore disattento penserà che il mezzo pubblico sia in disuso: ebbene il numero di utenti è aumentato, anche a causa del costo del carburante che gli utenti faticano a pagare per spostarsi con i propri mezzi.
Questi esempi dimostrano l'innegabile subordinazione della politica e anche delle norme giuridiche all'economia. La risposta quindi non può che essere volta a ribaltare i rapporti di forza tra i lavoratori da una parte e i padroni e i loro mandatari politici dall'altra. Difronte all'innegabile Dellai farà marcia indietro? Non lo ha fatto finora e proseguirà fino a quando non avrà un'opposizione all'altezza della situazione. Chi crede che basti spiegare a Dellai che sbaglia non ha capito nulla: non si tratta semplicemente di una disputa in punta di fioretto ma dell'esproprio del potere nell'interesse della collettività.
I sindacati devono avanzare una piattaforma di rivendicazioni che non si limiti all'indizione di una giornata di sciopero per poi tornare al tavolo a firmare, magari storcendo il naso, quello che ordinano Dellai e Pacher in nome della concerta-zione, che solo male ha fatto ai lavoratori. Devono essere i lavoratori a prendere per primi in mano l'iniziativa arrivando anche a bloccare più volte l'attività e organizzando assemblee cittadine cercando di coinvolgere i lavoratori di altre realtà per coagulare le proteste e rafforzare la classe proletaria. La lotta dovrà essere portata avanti assieme ai lavoratori del settore dell'autonoleggio, chiedendo che questi vengano riassorbiti in Trentino Trasporti con il contratto degli autoferro-tranvieri. Continuare a protestare divisi non spaventa la controparte, ci indebolisce e questo vale non solo nel settore dei trasporti ma in tutti i settori lavorativi.
Questo sciopero dovrà servire anche per preparare lo sciopero generale di tutte le categorie dei lavoratori per la difesa dello stato sociale, del tessuto produttivo e per la ripubblicizzazione delle società che gestiscono i servizi pubblici dandole in gestione direttamente ai lavoratori organizzati in consigli e nell'interesse della collettività e sotto il controllo delle assemblee dei cittadini. Solo attraverso un controllo dal basso cosciente il servizio sarà efficiente.

Mirko Sighel

01/09/12

Campeggio NO TAV a Marco di Rovereto - Comunicato

Il Partito della Rifondazione Comunista del Trentino Alto Adige esprime la sua solidarietà a Massimo Passamani, a Daniela Battisti, a tutti i compagni del Movimento No Tav che in questi giorni sono vittime della repressione di chi vuole intimidire un movimento popolare che in piena libertà e senza condizionamenti vuole opporsi alla realizzazione di un’opera inutile e devastante come il TAV.
Anni di lotte in Val di Susa, anni di lotte in Trentino Alto Adige come in altre parti d’Italia non si fermeranno né con l’intimidazione né con la repressione.

A leggere le motivazioni degli ultimi provvedimenti a carico di decine di attivisti NoTav c’è da rimanere allibiti. Siamo al di là di ogni logica o fondamento di legittimità. Molto semplicemente siamo alla persecuzione delle idee, al divieto di manifestare.

Il salto di qualità nella prassi repressiva è evidente, chi non è in linea con gli orientamenti del blocco politico affaristico pro Tav è sicuramente un nemico da spazzare via. Noi questo non possiamo accettarlo, non accettiamo la criminalizzazione di un movimento che lotta non solo per difendere l’ambiente, che lotta non solo contro la devastazione di interi territori, che lotta non solo contro il depauperamento economico delle zone attraversate dal TAV, che lotta anche per affermare che il liberismo non è la fine della storia ma che un modello sociale, economico, politico diverso è possibile.

Come Rifondazione Comunista respingiamo senza mezzi termini forme di repressione e di censura, l’idea di ridurre il conflitto contro il TAV a mera questione di ordine pubblico”.

Francesco Porta

Coordinatore Regionale del Trentino Alto Adige
Partito della Rifondazione Comunista

Rovereto - Trasporti pubblici privatizzati

L'amministrazione comunale roveretana sottovaluta il problema dei disservizi legati all'esternalizzazione del servizio di trasporto pubblico. Dopo i problemi sorti a Noriglio era opportuno riflettere sui motivi dell'insoddisfazione dei cittadini ma questo tipo di politica non si ferma difronte a tali inezie: la strada della privatizzazione è dettata da Trento e ci si deve adeguare altrimenti calano i trasferimenti di risorse alle casse comunali.
E' certo che il problema non si limita al solo territorio roveretano ma va preso nel suo intero ambito provinciale. Dal presidente della Provincia arrivano gli spot sul risparmio di risorse perché i servizi pubblici costano troppo e non ce li possiamo più permettere dimenticando volutamente di dire che non è obbligato a tagliare su questi per far quadrare i conti del patto di stabilità. Perfino i suoi fiduciari retribuiti da Trentino Trasporti lo supportano con il risultato di ridimensionare l'attività della società pubblica presso la quale essi stessi lavorano ma che non valorizzano come invece fanno gli autisti, gli operai, i bigliettai e gli impiegati.
Non si dice per quali motivi le ditte private dichiarano un costo chilometrico inferiore a quello di Trentino trasporti. Perché questa mancanza di trasparenza? Il salario degli autisti delle ditte private, il cui contratto collettivo di lavoro applicato non c'entra nulla con il tipo di attività che fanno (a meno che non si pensi che per esempio un infermiere possa lavorare con il contratto dei lavoratori delle poste), è pari a circa 1.100 euro mensili, inferiore di almeno il 25% al salario degli autisti di Trentino trasporti; il costo del personale amministrativo e tecnico che si occupa della programmazione delle corse, il costo degli investimenti nel nuovo sistema di mobilità ed il costo delle biglietterie non sono sostenuti dalle ditte private ma dal settore pubblico; la manutenzione ai mezzi si è dimostrata qualitativamente inferiore a quella della società pubblica così come il tipo di mezzi utilizzati, inadeguati alla salita di carrozzelle e passeggini e quindi penalizzanti per l'utenza anziana e per i genitori con figli. Quando la corsa appaltata al privato salta ecco precipitarsi però Trentino trasporti a tappare i buchi, cioè il pubblico si sostituisce al privato per eseguire un servizio che i cittadini pagano ad un privato: c'è qualcosa che non quadra. Chi controlla la regolare esecuzione del servizio? Gli stessi che hanno già deciso o acconsentito di ridimensionare Trentino trasporti!
E' contraddittorio inoltre che a fronte della sbandierata privatizzazione del servizio le tariffe dei biglietti non calino: eppure il costo chilometrico sembra essere diminuito. E' il tipico esempio della logica delle liberalizzazioni: socializzare i costi e privatizzare i guadagni.
Questo tipo di amministratori pubblici, Dellai in testa ma a questo punto anche il sindaco Miorandi, utilizzano la struttura pubblica per preparare alle ditte private il pasto caldo con i soldi dei cittadini e poi si preoccupano che i commensali trovino comodamente apparecchiati i piatti dove poter servirsi. A questi amministratori politici non interessa la qualità del servizio ma la dismissione di Trentino trasporti a vantaggio degli autonoleggiatori, che secondo la norma devono svolgere servizi esclusivamente occasionali e non possono svolgere, come invece fanno, trasporto ordinario.
Il trasporto pubblico locale deve tornare ad essere totalmente pubblico garantendo ai lavoratori impiegati dalle ditte di autonoleggio il riassorbimento in Trentino trasporti. Il servizio deve essere gestito direttamente dai lavoratori organizzati in consigli e nell'interesse della collettività e controllato direttamente dalle assemblee dei cittadini. Solo attraverso un controllo dal basso il servizio sarà efficiente.


Mirko Sighel
Segretario Circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista