aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

24/05/13

ESPROPRIO PER PUBBLICA UTILITA' DELL'ACQUEDOTTO DI TRENTO

Il sindaco di Rovereto ed i sindaci lagarini, piuttosto di lamentarsi di poltrone, dovrebbero pensare a garantire un vero controllo pubblico del servizio idrico integrato e del ciclo dei rifiuti. Se da un lato è giusto che i cittadini della Vallagarina non paghino parte dei trentasette milioni di euro quale presunto valore delle reti idriche di Trento, altrettanto è vero che il ragionamento degli amministratori lagarini, Miorandi in primis, parte da un presupposto sbagliato. Dovrebbero spiegare innanzitutto perché solo ora, dopo ormai due anni dal referendum, si cominci a verificare se si può optare per la pratica dell'esproprio. E' eufemisticamente sorprendente che un debitore - in questo caso il Comune di Trento - insista e addirittura solleciti se stesso a pagare prima possibile il tributo per l'acquisizione delle reti idriche a Dolomiti Energia senza aver valutato il valore del proprio debito. Ma gli amministratori lagarini fino ad ora dov'erano?
Di cosa avevano e hanno paura Andreatta e Miorandi? Di scoprire che il valore delle reti è inferiore a trentasette milioni di euro? Che una decisa presa di posizione per l'esproprio delle reti senza alcun indennizzo realizzerebbe la volontà dei cittadini a danno di chi finora ha lucrato su acqua, rifiuti, gas e soprattutto energia idroelettrica? Che una società di capitali anche se pubblica rimane sempre una società che deve fare utili e che quindi non ha intenzione di abbassare il costo del servizio?
Chi paga le tariffe ha capito da un pezzo che il controllo effettivo di un servizio non si basa sulla proprietà formale di azioni o quote ma va ben al di là: infatti la presenza della pubblica amministrazione in Dolomiti Energia ha garantito la realizzazione di utili ai privati, che inoltre non si sono limitati ad incassare profitti ma che hanno dettato e dettano le regole del gioco ai loro mandatari in giunta.
L'unica soluzione che gli amministratori lagarini devono appoggiare per difendere l'interesse collettivo - lagarino e non solo - è quella di spingere Andreatta all'esproprio delle reti idriche senza alcun indennizzo, al quale va aggiunto l'esproprio immediato della gestione delle risorse idroelettriche.

Mirko Sighel
Segretario del Circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista

17/05/13

18 MAGGIO - MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA DELLA FIOM-CGIL

Diritto al lavoro, all'istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia. Su questi temi sabato 18 maggio la Fiom Cgil organizza una manifestazione nazionale in piazza a Roma perché cinque anni fa con il governo Berlusconi ci avevano detto che la crisi non c'era, era passeggera, addirittura superata. Negli ultimi due anni col governo Monti, visto che la crisi non si poteva più negare, si è passati a un uso della crisi per legittimare le politiche di austerità in tutta Europa.

Sabato 18 maggio, a Roma, i metalmeccanici della Fiom manifesteranno per riconquistare il diritto del e nel lavoro; la riconversione ecologica del nostro sistema industriale per valorizzare i beni comuni acqua, aria e terra; un piano straordinario d'investimenti pubblici e privati e il blocco dei licenziamenti anche attraverso l'incentivazione della riduzione dell'orario con i contratti di solidarietà e l'estensione della cassa integrazione; un contratto nazionale che tuteli i diritti di tutte le forme di lavoro con una legge sulla democrazia che faccia sempre votare e decidere i lavoratori; un reddito per una piena cittadinanza di inoccupati, disoccupati e studenti; fare in modo che la scuola, l'università e la sanità siano pubbliche e per tutti; combattere le mafie e la criminalità organizzata che si sono infiltrate sia nella finanza che nell'economia; la rivalutazione delle pensioni e per un sistema pensionistico che riconosca la diversità tra i lavori; un'Europa fondata sui diritti sociali e contrattuali, su un sistema fiscale condiviso e sul diritto di cittadinanza e sulla democrazia delle istituzioni.

La Fiom Cgil del Trentino organizzerà una serie di pullman per raggiungere la capitale. Partenze sono previste venerdì 17 maggio da casello A22 di Trento Sud (ore 23.00) e dal piazzale Dana di Arco (ore 23.00) e dal casello A22 di Rovereto Sud (ore 23.30). Per prenotare i pullman della Fiom del Trentino è necessario scrivere una mail all'indirizzo accoglienza@cgil.tn.it o telefonare al numero 0461 303914 in orario d'ufficio entro giovedì 16 maggio.

05/05/13

Costruire l'opposizione al governo Alfano-Letta

Documento approvato all’unanimità dalla Direzione nazionale di Rifondazione Comunista del 3/5/2013
Costruire l’opposizione al governo Letta-Alfano
La Direzione Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ritiene necessario costruire la più ampia opposizione contro il governo Letta – Alfano e le sue politiche. Il governo Letta-Alfano rappresenta infatti una risposta di destra e restauratrice – sia sul piano economico e sociale che sul piano istituzionale e costituzionale - alla domanda di cambiamento emersa dalle urne. Il governo unisce infatti la prosecuzione delle politiche di austerità decise a livello europeo - che hanno già caratterizzato il governo Monti - e una scelta di manomissione della Costituzione in direzione del Presidenzialismo e del rafforzamento del potere dell’esecutivo.
Proponiamo pertanto a tutte le forze sociali, culturali e politiche, che si oppongano da sinistra al governo di unità nazionale di dar vita ad un coordinamento delle opposizioni. Un coordinamento finalizzato a contrastare l’azione di governo nel paese, puntando alla costruzione di un movimento di lotta che metta al centro l’uscita dalle politiche di austerità, il rilancio e l’allargamento della democrazia e il protagonismo degli uomini e delle donne che subiscono gli effetti della crisi e delle politiche neoliberiste.
Invitiamo quindi tutte le strutture del partito a dar vita nella giornate dell’11 e 12 maggio una mobilitazione contro il governo Letta-Alfano, le politiche europee e i trattati a partire dal Fiscal Compact, ad articolare sui territori e sui luoghi di lavoro la proposta di coordinamento unitario, dando vita a un confronto con le forze che si oppongono al governo Letta e costruendo iniziative di dibattito e di lotta finalizzate alla costruzione dell’opposizione.
La Direzione Nazionale aderisce alla proposta avanzata da Stefano Rodotà di dar vita ad una Contro Convenzione finalizzata alla difesa della Costituzione e allo sviluppo della democrazia partecipativa.
La Direzione Nazionale riconferma l’adesione alla manifestazione del 18 maggio convocata dalla Fiom e impegna tutte le strutture del partito ad organizzare assemblee preparatorie e a garantire il massimo di partecipazione.
La Direzione Nazionale ritenendo necessario festeggiare la Repubblica e la Costituzione non attraverso una parata militare, ne chiede la soppressione e invita i compagni e le compagne di Rifondazione Comunista ad organizzare per il 2 giugno iniziative di mobilitazione per il diritto alla pace, al lavoro e l’allargamento della democrazia, contro le spesa militari per il ritiro delle missioni dai teatri di guerra.
La Direzione Nazionale convoca per il 1 giugno una assemblea nazionale dei segretari di circolo.

primo maggio - festa dei lavoratori

Risulta assai complicato comprendere la partecipazione di rappresentanti di Confindustria assieme a quelli dei lavoratori durante la celebrazione della giornata del primo maggio in alcune piazze italiane. La festa dei lavoratori appartiene solo a chi crea valore e non a chi guadagna sulle loro fatiche.
La crisi economica è stata causata da un modo di produzione che non bada al soddisfacimento dei bisogni della collettività ma che fa dell’appropriazione privata del valore prodotto dalla manodopera durante ciascuna giornata lavorativa il proprio gruzzolo, che poi investe per accrescere il proprio profitto senza mai pensare agli effetti che comporta la sovrapproduzione. La crisi da sovrapproduzione si era manifestata già negli anni ’70 ma il passaggio degli investimenti dalla forma di capitalismo di produzione a quella di capitalismo finanziario ne ha posticipato gli effetti. Il capitalismo è nella sua fase terminale perché non riesce più a sviluppare la produzione ma ha la possibilità di riprendersi attraverso due soluzioni: capitolazione della classe lavoratrice attraverso continui sacrifici o guerra imperialista per registrare nuovi rapporti di forza fra paesi.
A queste soluzioni va contrapposto un movimento di massa internazionalista dei lavoratori e dei giovani per un nuovo modo di produzione gestito coscientemente e collettivamente dal basso.
Come organizzare un movimento di massa? Attraverso una direzione che non si comprometta con un sistema economico marcio. La rielezione di Napolitano e la formazione del governissimo Pd-Pdl hanno dimostrato chiaramente che il riformismo non è altro che una delle facce della borghesia. Come in Grecia ed in Spagna, anche in Italia abbiamo bisogno di un partito e di un sindacato di classe, che sappiano organizzare ed indirizzare correttamente e unitamente i lavoratori ed i giovani per cambiare veramente e senza disperdere in mille rivoli la loro forza. Le forme di organizzazione tradizionale in partiti e in sindacati non sono uno strumento vecchio e inadeguato: solo le loro direzioni che spesso non sono all’altezza e che spesso arrivano ad avere paura perfino della forza dei loro rappresentati e che quindi si rifugiano sotto l’ala “rassicurante” del riformismo, che cerca di depotenziare e deviare la voglia di cambiamento giustificata che anche in Italia si fa sentire.

Mirko Sighel
Segretario circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista