aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

09/03/12

RISPOSTA ALL'ASSESSORA DALMASO SULLA SCUOLA

Quanto afferma l’assessore Marta Dalmaso sulla scuola (Il Trentino, 28 febbraio), scandalizza ma non stupisce in quanto del tutto in linea con la politica scolastica realizzata e perseguita in questi ultimi anni a livello sia provinciale che nazionale.

Ci riferiamo in particolare alla sua dichiarazione in merito alla “necessità” di prevedere un’ organizzazione scolastica (l’articolo non specifica a quale ordine di scuola si riferisca l’assessore) che lavori per “gruppi di apprendimento” separati in modo da far procedere - come in un meccanismo ben oliato – due corsie che non interagendo, non si “contaminino” .

In nome dell’ “efficienza” - bene supremo che deve prevalere ovunque – si intendono cancellare elaborazioni e pratiche didattiche di tutto rispetto e grande lungimiranza, che considerano il lavorare insieme, tra alunni con capacità e competenze diverse non un limite ma un’opportunità per tutti.

Alla base della sua affermazione vi è un’ idea della scuola e del suo ruolo formativo molto preoccupante per cui l’importante è permettere alle “eccellenze” di “correre” per arrivare rapidamente all’ acquisizione di quanto necessario a prepararsi l’accesso ad una professione prestigiosa e redditizia, senza subire l’intralcio di chi ha difficoltà di apprendimento o tempi diversi.

Ed è possibile che molti docenti trovino nella differenziazione dei percorsi una valida risposta alle loro situazioni di lavoro sempre più difficili e complesse, con classi sempre più numerose e sempre meno risorse per fare attività in compresenza in modo da seguire meglio gli alunni in difficoltà o per realizzare una vera didattica per progetti.

Sarebbe importante che su questa posizione dell’assessore si facessero sentire sia le organizzazioni sindacali e le associazioni che si occupano di didattica sia coloro che la scuola la vivono tutti i giorni: alunni, docenti, genitori.

Non poteva mancare poi – nel quadro prospettato dall’assessore Dalmaso - la valutazione degli insegnanti, altro argomento caro a tutti gli “innovatori”. Non valgono più i corsi di laurea, quelli di specializzazione e formazione, l’esperienza sul campo, e i concorsi pubblici. Si ipotizza invece un meccanismo di valutazione dell’insegnamento al quale legare la progressione di carriera e quindi la retribuzione. Con il contratto bloccato ormai da tre anni, si sceglie di legare la retribuzione ad un ricatto: adeguamento e conformismo, chi si adegua alla scuola dei mille progetti, di una didattica delle presunte competenze senza conoscenze, sarà premiato.

Tutto ciò accade mentre il luogo della formazione delle nuove generazioni di insegnanti, ossia l’Università, è stato dequalificato culturalmente con il sistema delle lauree brevi e degli esami a moduli.

Ciò che si vuole introdurre in realtà, è la sanzione del modello privatistico nei rapporti di lavoro dentro la scuola, la subordinazione dei docenti in un rapporto gerarchico rispetto ai loro colleghi “senior” che comporrebbero le Commissioni di valutazione e ai dirigenti, emanazione diretta, in Trentino, dell’ amministrazione provinciale.

Grazia Francescatti e Patrizia Rigotti

Rifondazione Comunista del Trentino

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