aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

12/03/12

comunicato a seguito delle dichiarazioni di Dellai e Cerea

Vorremmo soffermarci su quanto dichiarato dal presidente della provincia autonoma Lorenzo Dellai e dal suo consigliere economico Cerea durante la manifestazione sull’autonomia trentina. Cerea arriva a sostenere che l’autonomia serve per poter sostituire al settore pubblico il modello cooperativo perché l’invadenza del pubblico probabilmente sottrae risorse al mercato privato. Ci permettiamo di criticare questo punto di vista. Il modello cooperativo non esce assolutamente dalla concorrenza del mercato; anzi ne è un componente come confermato dalle dichiarazioni di Cerea, in cui i principi di mutualismo e solidarietà risultano ormai mera retorica pubblicitaria. Le cooperative per sopravvivere sul mercato devono realizzare un utile d’esercizio e la manodopera utilizzata è colpita dalle stesse forme di sfruttamento che esistono nelle altre forme di imprese che agiscono nel sistema capitalista. Per non uscire dal territorio trentino, visto che si parla di autonomia e visto che il cooperativismo è considerato dai nostri politici e dai rappresentanti delle cooperative trentine una panacea ai mali della crisi e agli attacchi all’autonomia, chiediamo a Cerea, Dellai e Schelfi: perché, se il modello cooperativo è così vincente, i contratti collettivi nazionali di lavoro delle cooperative sociali sono generalmente fra i peggiori in assoluto come retribuzione e condizioni normative? Perché nella ricchissima provincia autonoma di Trento per il contratto integrativo provinciale dei lavoratori delle cooperative sociali Schelfi offre un aumento delle retribuzioni di sei euro lordi da spalmarsi su tre anni? Perché il contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali, applicato anche in Trentino, prevede la possibilità di sospendere a livello territoriale l’erogazione dei già miseri aumenti retributivi mensili? Perché negli appalti pubblici dei servizi le cooperative sociali hanno la possibilità di applicare ai lavoratori contratti ancora meno onerosi rispetto a quello del loro settore? Perché i lavoratori delle cooperative di distribuzione alimentare si sono visti aumentare l’orario settimanale di lavoro da 38 a 40 ore senza alcuna variazione allo stipendio mensile? Non ci sembra di vedere chissà quale forma di mutualismo e solidarietà in questo sistema ma una forma di guadagno sulla forza lavoro. Soprassediamo inoltre sul consolidato collegamento di interessi politici fra i vertici locali e provinciali della cooperazione ed i partiti come quello di Dellai o Pacher perché argomento già abbondantemente noto. Invece di privatizzare i servizi pubblici affidandoli a cooperative o ad altri soggetti, Dellai dovrebbe pensare a difendere l’erogazione diretta dei servizi pubblici, che garantisce universalmente a tutti i cittadini i diritti di cui necessitano. Glielo permette perfino lo statuto di autonomia ma ci risulta che questo argomento non sia nell’agenda del presidente, che preferisce impegnarsi a garantire l’autonomia dei poteri forti.

Partito della Rifondazione comunista del Trentino

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