aderisce alla FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

02/01/11

SALDI E APERTURA DOMENICALE, E I LAVORATORI ?

Com’era prevedibile, la maratona dei lavoratori del commercio, non finisce con Natale e Capodanno.

La provincia di Trento infatti ( da “l’Adige” del 23 gennaio) ha deciso di anticipare i saldi al prossimo 2 gennaio (con 4 giorni di anticipo rispetto al resto d’Italia) che – combinazione – è domenica. Essi si troveranno quindi l’ennesima festività cancellata a partire da novembre, mese in cui inizia la follia del clima festaiolo prenatalizio, sempre più falso e stucchevole in una società in cui i più hanno tutto e non provano – nemmeno i bambini – stupore per nulla, gli altri non possono permettersi di acquistare ciò che occhieggia dalle vetrine illuminate.

D’altra parte la più che legittima indignazione dei lavoratori che fanno presente il loro status di esseri umani con implicito diritto ad una vita familiare e sociale extralavorativa ha già la risposta pronta: con questi chiari di luna, non penseranno certo di accampare pretese.

Ci sarebbe magari da precisare che i suddetti “chiari di luna” sono tali solo per i lavoratori ai quali si continua a raccontare la balla della “coperta corta”. Per capirne la falsità, basta pensare a quante risorse si destinano sia nel pubblico (per nuove armi da utilizzare in Afghanistan, per fare solo un esempio tra tanti) che nel privato, per stipendi stratosferici a manager come Marchionne (13 milioni di euro all’anno; e non è – la sua - la cifra più alta) o per compensi a calciatori e affini, la cui attività è valutata 400 – 500 volte più di quella dei comuni mortali.

Augurandomi che nel frattempo i sindacati promuovano ferme iniziative (la Filcams nazionale ha già lanciato una campagna in merito), io propongo un’azione di solidarietà collettiva nei confronti di questi lavoratori, che si concretizzi nel non recarsi a fare acquisti domenica 2 gennaio (ma lo si dovrebbe fare ogni domenica).

Sarebbe un importante segnale del fatto che si inizia a recuperare un senso di orgogliosa appartenenza alla categoria dei lavoratori, a non considerare più importante l’effimero “piacere” personale di una domenica al centro commerciale, rispetto al diritto di un collega al riposo settimanale. Che, insomma, non si è più disposti ad accettare la pericolosa caduta di ogni forma di socialità e l’ ottuso egoismo che stanno caratterizzando gli ultimi anni e che vengono alimentati ad arte da alcuni partiti che sull’ ”incattivimento” sociale hanno costruito il successo elettorale.

Grazia Francescatti


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