Gli innumerevoli ricorsi
amministrativi che negli anni hanno riguardato l’Assessorato alla sanità e le
società di appalti, forniture e servizi, quali ad esempio Manutencoop, la
questione protonterapia affidata alla discussa azienda Mantovani dell’ing.
Baita, la scelta del project financing, con le questioni legate alla gara, ai
membri della commissione tecnica, alla chiamata diretta di esperti che
lavoravano per la concorrente aggiudicataria Impregilo-Salini, ci dicono che il
grande regista di quest’operazione immobiliare non poteva che essere L’Assessore
alla Sanità dott. Ugo Rossi.
Le parole di quest’ultimo a
proposito della normativa adottata dal Consiglio di Stato che nell’intervista
rilasciata al quotidiano L’Adige del 14 ottobre, sono:” E’ evidente che si
tratta di una norma pensata per altre latitudini, dove l’appalto fa subito
pensare a qualcosa di losco”, non ci lasciano tranquilli. La presenza a Trento
dell’ing. Baita che stringeva la mano all’allora Assessore Ugo Rossi, che gli
affidava il progetto della protonterapia, la presenza dell’ing. Maltauro, già
realizzatore della facoltà di Lettere e sponsor di Trentino Volley, ci sembrano
finalizzate e non turistiche.
La sanità trentina è oggi oggetto
di scontro tra il Presidente, già Assessore, e l’attuale Assessore alla sanità
che segnala gli sprechi della precedente gestione Rossi.
Il Presidente della Giunta ha
ostacolato l’intenzione dell’Assessora di rimuovere anticipatamente il
Direttore generale dell’Azienda sanitaria dott. Flor, oggi più volte citato
nella sentenza.
Già nella primavera 2013
Rifondazione Comunista assieme al quotidiano Il Manifesto del 25 luglio 2013,
aveva segnalato delle gravi e palesi irregolarità del “capolavoro”
dell’Assessore Rossi.
Il Presidente della Giunta oggi,
con il naufragio della più grande opera pubblica trentina, del valore di 2
miliardi di Euro, deve rispondere alla comunità. Lui era l’Assessore alla
sanità che ha curato l’iter amministrativo del progetto, aveva il controllo
quale responsabile politico dell’appalto e delle attività dell’Azienda
sanitaria, ed è evidente che sul piano politico deve risponderne.
Certamente Ugo Rossi, quale
Assessore alla sanità e responsabile politico del primo progetto-appalto del
NOT, non può nominare la nuova Commissione di gara. E’ indispensabile che il
responsabile della PAT per la corruzione, dott. Pedrazzolli, ove non
incompatibile, comunichi gli atti al Commissario del Governo ed al Commissario
Nazionale per la corruzione dott. Cantone.
Il Presidente Rossi dovrà
riferire al Consiglio provinciale ed al Consiglio comunale di Trento, sul cui
territorio sorgerà, forse, l’opera, quali sono le nuove intenzioni
dell’Amministrazione committente, anche alla luce delle affermazioni del
Consigliere comunale ing. Salvati, circa la formazione e la composizione del
terreno e dei possibili rischi idrogeologici.
Alla luce di quanto sopra,
Rifondazione Comunista si impegna a vigilare sull’evoluzione della questione, chiede
al Presidente Rossi, già Assessore alla sanità, di assumersi le proprie
responsabilità, ed all’attuale Sindaco di Trento di vigilare sull’uso del
territorio e sul rispetto degli obblighi posti in capo al proprietario
dell’area oggetto del naufragato appalto.
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