Di seguito l'intervento del nostro Consigliere Comunale al Consiglio del Comune di Trento del 28 ottobre 2014 contro la titolazione di una via a don Umberto
Pessina, definito vittima dei partigiani comunisti. Giuliano Pantano dichiara:
"Questo è un
clamoroso falso storico, oltre che un evidente tentativo di revisionismo
contro i valori della Resistenza. Nemmeno la curia di Bologna ha
riconosciuto l'omicidio di don Pessina come una vendetta politica, ciò è
confermato poi dagli atti giudiziari del tribunale di Perugia con sentenza
definitiva del 1993 che derubricava l'assassinio a "delitto
semplice" scagionando del tutto i tre partigiani che nel frattempo
si erano fatti da innocenti ben 10 anni di galera!!!!
Sono
indignato per il comportamento irresponsabile del Partito Democratico che con i
suoi voti, ad eccezione di un consigliere, ha avvallato un'operazione
revisionista da parte dell'estrema destra presente in Consiglio per denigrare
l'antifascismo."
Ecco di seguito il suo intervento:
"L’intitolazione di una via nasce dal bisogno di ricordare il
passato attraverso figure che con le loro opere o scelte di vita e talvolta
anche con il sacrificio consapevole della vita stessa, hanno promosso il
progresso, nel campo della scienza, delle arti, della tecnica, della cultura,
del lavoro, il progresso morale e civile, di una comunità, di una nazione,
dell’umanità intera.
Questo direi è il fine nobile di ogni scelta che riguardi la
toponomastica.
In questo caso direi che il fine è altro, quello piuttosto,
ancora una volta, di gettare un’ombra sulla lotta partigiana, sulla resistenza,
prendendo spunto dagli episodi accaduti nell’immediato dopoguerra in Emilia
Romagna, segnati da risentimento e spirito di vendetta, triste retaggio di
quella che è anche stata purtroppo, come ci ha ricordato lo storico Claudio
Pavone, una guerra civile, mi riferisco alla resistenza ( che ha diviso e contrapposto in
modo lacerante gli italiani).
Con rispetto per chi è stato vittima di una alquanto dubbia
vendetta politica (lo stesso arcivescovado di Bologna nutre forti dubbi in ciò
e cioè che non si sia trattato di una vendetta e la corte d’assise di Perugia ha
definitivamente derubricato il reato in omicidio
semplice) maturata in un clima segnato da una terribile tragedia, il fascismo e
la guerra, non possiamo però fingere nei confronti della storia.
Dobbiamo ricordarci che l’Italia è uscita da quella tragedia
con dignità ed enormi sacrifici, proprio grazie ai partigiani, la gran parte
dei quali erano comunisti.
Per onestà intellettuale ci sembra assolutamente fuorviante
intitolare alcune vie cittadine ai “martiri dell’anticomunismo” perché è del
tutto falso fare riferimento ad una persecuzione sistematica ad opera di un
regime sedicente comunista che si sarebbe instaurato nell’immediato dopoguerra
in qualche parte dell’Italia.
Riteniamo invece doveroso, proporre, soprattutto alle giovani
generazioni, una lettura della storia che sia onesta e veritiera, che non tema
di gettare luce anche sulle più drammatiche contraddizioni e tragedie della
nostra storia repubblicana ma che, mentre in troppi percorrono la strada del
revisionismo storico, faccia conoscere quegli eroi minori, trascurati e
ignorati, che con dignità e coraggio sono stati tutti dalla parte giusta, cioè
dell’antifascismo e dell’antinazismo, pur diversi per cultura politica e
ispirazione morale.Questo attraverso anche la toponomastica. Potrebbe essere un
utile antidoto contro il diffondersi di “culture” neofasciste e neonaziste fra
i giovani, delle quali, qui a Trento, si fa promotrice Casa Pound."
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