I piccoli negozi, per non
rischiare di perdere quel poco di mercato che si contendono con gli
altri esercizi di vicinato e che faticosamente contendono ai centri
commerciali, saranno costretti ad adeguarsi alle lunghe aperture ma,
mentre i grandi negozi hanno un volume d'affari maggiore, maggiori
disponibilità finanziarie e la possibilità di realizzare economie
di scala, ai piccoli esercizi verranno succhiate le ultime risorse,
impoverendo ulteriormente il tessuto commerciale cittadino. Questo è
il sistema capitalista. I lavoratori verranno invitati a
procrastinare i riposi, a non ammalarsi perché l'Unione commercio
risparmia soldi pure sulla salute di questi e a non avere una propria
vita sociale e poco importa se qualche operatore si lamenta: se non
gli va bene c'è un esercito di disoccupati pronti a sostituire i
novelli fannulloni per garantire i margini di profitto ai datori di
lavoro alle condizioni che questi ultimi dettano. Tutto questo mentre
il potere d'acquisto dei salari è calato del 13,2% a partire dal
2008 e nel 2012 la contrazione dei consumi si è attestata al 4,7%.
Nulla giustifica quindi
un'ulteriore spremitura dei lavoratori se non la sete di guadagno di
chi ogni giorno si lamenta e poi si rifà sui propri lavoratori
subordinati o a chiamata, chiede al Comune contributi pubblici per
rivitalizzare la città con manifestazioni ed intrattenimenti vari,
ottiene finanziamenti pubblici a fondo perduto dalla P.a.t. per
migliorare la qualità della propria attività nei centri storici e
disdice i contratti collettivi territoriali di lavoro del settore del
terziario per fare cassa sulla propria manodopera.
I lavoratori non sono
schiavi e solo una gestione ed un controllo diretti da parte loro
della produzione e della distribuzione dei beni e dei servizi
permetterà alla società di soddisfare in maniera migliore i propri
bisogni.
Mirko Sighel
Segretario circolo
Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista
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